giovedì 24 ottobre 2013

Il Sistema Feudale

E' la forma del governo medievale, per la quale il re o l'imperatore o un grande proprietario terriero, organizza il lavoro dei suoi sudditi (servi della gleba soprattutto) attraverso una gerarchia di persone (vassalli) che vengono compensate non mediante denaro ma mediante la concessione di terre (beneficio). Quando col decadere dell'autorità regia o imperiale, il beneficio da vitalizio diventa ereditario, e al godimento delle rendite delle terre si aggiunge l'esenzione delle imposte (immunità) e il diritto di esercitare pubbliche funzioni (giurisdizione) si ha il feudo vero e proprio. L'atto con cui un sovrano o un signore dà in investitura un feudo, è detto omaggio, in quanto il vassallo gli giura fedeltà, sottoponendosi a determinati obblighi, primo fra tutti il servizio militare a cavallo. La terra, mezzo principale di produzione feudale, era di proprietà dei feudatari. La terra veniva suddivisa dal nobile in appezzamenti dati in uso perpetuo ai singoli contadini, i quali disponevano di tutti i mezzi necessari per lavorarla.


La società feudale. Si presenta sotto l'aspetto di una grande piramide con al vertice il re, al centro i feudatari e alla base i servi della gleba. La classe dei feudatari possiede la terra in proprietà ed esercita il comando politico-militare, sostituendosi alle funzioni dello Stato. Il nobile amministra la giustizia per tutti gli abitanti del villaggio e quindi realizza un supplemento di entrate extra-agricole; obbliga il villaggio a servirsi dei suoi mulini, forni, taverne... vietando qualunque forma di concorrenza; impone tasse sull'attività di scambio, pedaggi sulle strade e ponti; esige prestazioni di lavoro e imposte ordinarie e straordinarie. In queste condizioni il ricambio sociale, l'ascesa di gruppi sociali e di individui è assai difficile e lenta. Fanno eccezione i funzionari dipendenti dal signore, addetti alle gestione dei domini, all'amministrazione della giustizia, all'ordine pubblico, al reclutamento... 

Nei primi secoli dell'Alto Medioevo (476-1000 d.C.) la vita economica dell'Europa occidentale, a causa delle invasioni barbariche, si frantuma in “unità locali relativamente autonome e chiuse”, e si trasferisce nei villaggi rurali, mentre le città assumono la fisionomia più di fortezze che di centri commerciali. L'agricoltura torna a livelli primitivi, poiché i popoli germanici preferiscono l'attività guerriera. La viabilità diventa insicura, il mercato è solo locale, gli scambi in natura.


Sul piano economico:
-il numero degli schiavi era diminuito col diminuire delle capacità belliche dei romani rispetto a quelle dei barbari;
-gli schiavi non avevano alcun interesse a lavorare, mentre i servi della gleba, essendo proprietari di una parte dei mezzi produttivi, lo erano di più, anche se erano sottoposti a vari tributi da parte del signore feudale;
-le invasioni barbariche inducono i liberi contadini piccoli a sottomettersi spontaneamente ai grandi proprietari fondiari.


In pratica si ha: da un lato sostituzione dello schiavismo in decadenza con il servaggio (colonato e servitù della gleba) che è meno disumano ma più generalizzato; dall'altro disgregazione della libera comune agricola, in quanto la proprietà terriera passa nelle mani della nobiltà feudale. Questi due fenomeni si verificano soprattutto in Francia e Italia, perché qui i rapporti schiavistici erano stati molto più duri e intesi.


 Il sistema feudale già esisteva sotto i Merovingi in Francia, dopo il crollo dell'impero romano. Quando Carlo Magno diventa sovrano del nuovo Impero d'Occidente, si trova agli inizi dell'800 a governare una società in cui si erano già costituiti i rapporti sociali di tipo curtense, mentre la ricchezza fondiaria era venuta concentrandosi in unità economiche locali, tendenti all'autogoverno politico. Alla sua morte, i vincoli fra il sovrano e i signori (grandi e piccoli) diventano sempre più fragili, mentre si consolidano quelli diretti e personali fra i signori e gli immediati dipendenti. Si pensi al Capitolare di Kiersy, con cui Carlo il Calvo nell'877 riconosce l'ereditarietà dei feudi maggiori e la Costitutio de feudis di Corrado II il Salico con cui nel 1037 si estende lo stesso favore ai feudi minori. Con questi due provvedimenti il feudo diventa, sul piano giuridico, la forma universale del possesso terriero. Nel X sec. esso era già dominante, sul piano economico, nella maggior parte dell'Europa occidentale. Si può anzi dire che la società feudale vera e propria fu caratteristica dei secoli IX e XII. Il suo declino è netto nel XV sec. Il termine “feudo” cominciò ad essere usato, alla fine del sec. IX, per indicare la concessione di beni in cambio di obbligazioni di servizi.



Il Sistema Curtense


Questo sistema non riguarda tutta l’Europa, però per esempio in alcuni territori come l’Italia settentrionale vi erano queste Curtis o ville, quindi appezzamenti di terreno in mano a piccoli signori oppure in mano ad abazie. Si crea quindi il sistema delle Curtis( o delle ville dal latino). La Curtis è un modello di organizzazione della grande proprietà fondiaria concentrata nelle mani dei nobili e della chiesa,abazie,ecc.. 



Si creano queste Curtis che sono distanti fra loro per cui vi è un territorio vasto da organizzare. Le Curtis sono divise in 2 parti. La pars dominica che è la parte dei signori, in questa parte si trova quindi l’abitazione del signore(castello), gli alloggi dei servi, le stalle, le cantine, i magazzini, i laboratori degli artigiani che contribuiscono a questo sistema autarchico(sistema economico abbastanza chiuso). Lavorano in questa pars dominica i servi prebendari. La parola prebenda sta ad indicare una specie di stipendio. Questi servi erano stipendiati per lavorare in questa pars. Invece nella pars massaricia ci sono i servi casati che sono quelli che hanno una casa. La pars massaricia era anche affidata ai coloni. I coloni dovevano versare un canone, dovevano dare del denaro al dominus (signore) e inoltre dovevano garantire quei servizi, che sono le così dette corvè, cioè vuol dire che questi coloni lavoravano(per dire) 4/5 giorni alla settimana nel loro pars massaricia che era a loro affidata per garantirsi dei prodotti, per poter sopravvivere e poi per pagare il canone. Poi per altri due giorni alla settimana dovevano lavorare nel campo del padrone, si tratta quindi di corvè abbastanza impegnative. La parola corvè sta ad indicare un servizio molto pesante. Nell’Italia meridionale prevaleva un sistema diverso con piccoli proprietari terrieri, baroni con un sistema diverso da quello curtense .
L’economia curtense è un economia chiusa. In effetti noi leggendo i polittici(inventari in cui sono collocati i beni di un signore di un ente ecclesiastico e relativi diritti da esigere, riscossione degli affitti,servizi, organizzazione del lavoro, controllo della gestione. Quindi leggendo questi documenti ci sembra proprio che l’economia curtense sia un’economia autarchica, insomma si produceva di tutto all’interno di questa economia curtense. All’interno delle Curtis c’erano tutti i prodotti agricoli necessari, c’erano anche gli artigiani, quindi alcune attività artigianali venivano svolte all’interno della Curtis e non c’era bisogno di prendere prodotti da altre zone. Per esempio i fabbri, gli orefici, gli acconciatori di capelli, i carpentieri, i fabbricanti di armi,ecc.. sembrava quindi teoricamente un’economia chiusa. A dir la verità però in questi ultimi decenni si è scoperto che un po’ di aperture c’erano, un po’ di scambi c’erano, quindi non possiamo dire che erano assenti, ma limitati. Altre fonti storiche ci hanno testimoniato che degli scambi ci sono stati. C’erano città in cui erano presenti piccoli mercati e infatti i coloni andavano nelle città per vendere le eccedenze. I coloni lavoravano e producevano quanto doveva servire per il proprio sostentamento, però poi c’era una parte di questo prodotto che eccedeva e questa parte veniva scambiata in questi mercati cittadini, anche perché loro avevano bisogno di soldi per pagare il canone al dominus e quindi vendevano queste eccedenze per avere il denaro. Quindi c’era uno scambio monetario anche se limitato. Questa circolazione avveniva con d’argento e non d’oro, che però continuavano ad essere in circolazione nell’impero bizantino. In effetti si utilizzavano le monete d’oro negli scambi commerciali con l’oriente ma per il resto le monete d’oro non si utilizzavano nell’Europa occidentale.                                    



http://www.docsity.com/it-docs/Storia_medievale_-_DAL_SISTEMA_CURTENSE_A_QUELLO_FEUDALE#

giovedì 10 ottobre 2013

Il nome del..... Medioevo!

"Il romanzo è ambientato nel 1327 in un monastero benedettino dell’Italia settentrionale ed è narrato in prima persona dal protagonista, Adso da Melk, che ormai anziano racconta le vicende accadute al monastero, e le indagini condotte dal suo maestro, Guglielmo da Baskerville. L’intera vicenda si sviluppa in sette giorni, che Adso nelle sue memorie suddivide secondo la scansione del giorno della regola benedettina (mattutino e laudi, ora terza, ora sesta, ora nona, vespri, compieta). Guglielmo da Baskerville, monaco inglese ed ex inquisitore seguace del filosofo Ruggero Bacone, ha l’incarico di mediare un incontro tra francescani, protetti dall’imperatore Ludovico il Bavaro, e gli emissari del papa di Avignone, Giovanni XXII. Il monaco inglese e il suo allievo giungono all’abbazia, dove, durante la loro permanenza di una settimana, vengono uccisi sette monaci: tutti i delitti sembrano ruotare attorno alla biblioteca del monastero, che nasconderebbe un misterioso segreto. Indaga anche l’inquisitore Bernando da Guy, che condanna al rogo due monaci (ex eretici dolciniani) e una donna, accusandoli degli omicidi senza avere prove valide. Guglielmo da Baskerville, con l’aiuto del suo allievo, scoprirà il vero responsabile e il movente: tenere nascosta la scoperta ed evitare la lettura del secondo libro della Poeticadi Aristotele, dedicato alla commedia e in particolare al riso. Un terribile incendio che distrugge l’abbazia e il manoscritto conclude il romanzo e le indagini di Guglielmo"
Questa è la storia del film " il nome della rosa ", ambientato nel periodo medioevale dove i monasteri, o meglio, la religione ne faceva da padrone, in tutta l'europa.